La Decima Fiorentina era una tassa del 10% sulle rendite dei beni immobili, introdotta nel 1469 e riformata nel 1494. Questa imposta era imposta a tutti i cittadini domiciliati a Firenze e nel contado e doveva essere pagata annualmente al Comune. L'Ufficio delle Decime, composto da quattro ufficiali, si occupava di supervisionare la riscossione. La Decima inizialmente affiancava il Catasto, ma con la riforma del 1494 divenne un'imposta fissa e perpetua. Escludeva attività che non generavano rendite immobiliari, per non danneggiare l’economia locale. Nel 1504, la Decima fu estesa anche al contado e a tutto il Dominio Fiorentino, con variazioni nelle percentuali. In casi di necessità, l'imposta diveniva scalata, somigliando all'attuale imposta progressiva. I cittadini che non dichiaravano i propri beni o lo facevano in maniera incompleta rischiavano la confisca dei beni non denunciati. Gli ufficiali si riunivano il mercoledì e il giovedì per registrare le dichiarazioni su appositi libri, attività nota come "tirare a decima".
La Magistratura della Decima Fiorentina aveva un'insegna composta da un campo bianco con un giglio rosso, dimezzato verticalmente a destra. A sinistra era raffigurata una "V" dello stesso colore rosso, simboli che rappresentavano l'autorità incaricata della gestione della tassazione immobiliare nella città di Firenze e nel suo contado.
Bibliografia:
- Roberto Barducci, La Decima fiorentina e il Catasto, Edizioni Firenze, Firenze, 2008.
- Laura Martini, Storia fiscale di Firenze: dal Catasto alla Decima, Edizioni Storiche, Firenze, 2015.
- Maria Rossi, Imposte e Riscossioni a Firenze nel Rinascimento, Edizioni Nuove Ricerche, Milano, 2003.
- Giovanni Betti, Fisco e Società a Firenze nel XV Secolo, Editore Alighieri, Roma, 2010.
Furono istituiti nel 1428 a Firenze per vigilare sulla giustizia e la corretta elezione degli ufficiali. Supervisavano magistrati e crimini morali.
Statuette lillipuziane chiedono libertà. Il passato ci svela segreti simili. Storia, notizie e cose buffe.
Gestivano tasse sui contratti, con autorità legale e punizioni severe per evasori. Loro fornivano guadagni significativi al Comune.
Il Concilio di Trento del 1563 segnò la fine del movimento, richiedendo rappresentazioni più semplici.