Il vicolo degli Alberighi
"simile a un corridoio" (Bargellini-Guarnieri)
Questa stretta via prende il suo nome dalla famiglia ghibellina che possedeva diverse proprietà nei dintorni. Oggi, la strada esiste ancora e collega via Sant'Elisabetta a piazza degli Alberighi. In passato, in questa piazza si ergeva la chiesa di Santa Maria degli Alberighi, una delle più antiche di Firenze, tanto che rientrava nel cerchio delle prime mura cittadine.
La famiglia Alberighi, inizialmente di grande importanza, perse rapidamente la sua influenza a causa del suo sostegno alla parte ghibellina. Col tempo, questa famiglia si estinse. La loro fama è confermata da Dante Alighieri, che nella sua opera più celebre menziona:
"Io vidi li Ughi e vidi i Catellini, Filippi, Greci, Ormanni e Alberichi, già nel calare, illustri cittadini." (PARADISO, canto XVI)
Nella piazza degli Alberighi, oltre alla chiesa, si trovava anche un tabernacolo contenente un'immagine dell'Annunciazione. Tuttavia, questa immagine è legata a un oscuro episodio avvenuto il 21 luglio 1501. Si racconta che Antonio di Giovanni Rinaldeschi, uscito un po' brillo dall'osteria del Fico, dove aveva giocato a dadi e perso una notevole somma di denaro, passò davanti al tabernacolo. Accecato dall'ira, iniziò a inveire contro l'immagine sacra. Ma il suo rabbioso gesto non si fermò alle parole: ubriaco, prese del materiale fecale e lo lanciò contro il volto della Vergine Maria Annunziata.
La notizia arrivò subito alle orecchie dei Signori Otto, che ordinarono l'arresto del colpevole. Dopo un rapido processo, Antonio fu defenestrato dalle finestre del Bagello. Il giorno successivo, il suo corpo fu appeso alla bifora di una finestra al primo piano di un palazzo, come monito per tutti coloro che si macchiavano del vizio del gioco. Dopo questo oltraggio, l'immagine fu trasferita all'interno della chiesa di Santa Margherita in Santa Maria dei Ricci, conosciuta anche come la chiesa della Madonna dei Ricci.
Tutta questa storia è rappresentata su un dipinto conservato nel museo "F. Stibbert". Questa tavola è suddivisa in nove riquadri, come se fosse una sorta di "fumetto", che racconta questa singolare vicenda storica.
Trae il suo nome dalla famiglia Alfani, ma ha avuto varie denominazioni nel corso della storia, tra cui Via del Lione e Via degli Angioli.
Una piccola via di Firenze che ricorda l'antico anfiteatro romano. Nel 2012 da Parlascio divenne Parlagio.
La via anticamente nota come borgo della Croce al Gorgo, conduceva alla porta omonima e mantiene un'atmosfera popolare e storica.
Un antico borgo con una chiesa dedicata agli apostoli e circondato da strade e piazze in un interessante contesto storico.