Borgo la Croce a Firenze.
La strada che collega piazza Cesare Beccaria a piazza Sant'Ambrogio, all'incrocio con via de' Macci, è attraversata da via della Mattonaia e via dell'Ortone. In passato, questa via era conosciuta come il borgo della Croce al Gorgo, nome che richiamava sia il toponimo Gorgo, noto fin dall'anno Mille (come Gurgo), a causa di un'ansa dell'Arno che produceva un gorgo, sia la porta alla Croce, eretta intorno al 1284 lungo l'ultima cerchia di mura. La strada conduceva verso questa porta, ed era segnata da una croce, simbolo del luogo in cui, secondo la tradizione, San Miniato, il primo martire fiorentino del III secolo, sarebbe caduto.
Per un breve periodo durante il ventennio fascista, la strada fu intitolata a Dante Rossi, un caduto fascista, ma presto riprese il suo nome tradizionale. Nonostante la sua importanza come via principale di accesso alla città dalla porta alla Croce, la via ha sempre mantenuto un carattere popolare e commerciale, grazie alla sua vicinanza al mercato di Sant'Ambrogio.
Curiosità: Quando il duca Alessandro de' Medici chiuse la Porta della Giustizia alla fine di via dei Malcontenti per costruire un bastione e una fortezza, le processioni dei condannati a morte che partivano dal Bargello o dal carcere delle Stinche e si dirigevano verso le forche del paretaio di Nemi (oggi piazza Piave) dovettero seguire una strada più lunga che passava per Borgo la Croce, uscendo dalle mura attraverso la porta alla Croce. La compagnia dei Battuti Neri, che assisteva i condannati, si trasferì all'ospedale di San Niccolò degli Aliotti, fondato nel 1420 per aiutare i poveri e gli infermi. Nel Settecento, fu eretto un tabernacolo, forse su una base più antica, in cui Gesù e Maria si volgono verso i passanti, per offrire un ultimo conforto ai condannati.
La via ha avuto molteplici nomi legati alle attività commerciali.
Umberto Eco, parafrasando Samuel Johnson , scrisse una volta che “la letteratura locale e la memorialistica sono l'ultimo rifugio delle canagli
Antiche Terme e Bagni Pubblici. Un'atmosfera incantata oramai scomparsa nel centro storico di Firenze.
Una parete che prende vita, le illustri figure che raccontano la storia e l'arte.