La Basilica della Madonna dell'Umiltà

La Basilica della Madonna dell'Umiltà, consacrata nel 1582, è dedicata alla Vergine Maria e situata a Pistoia. La sua maestosa cupola, opera di Giorgio Vasari, ha un diametro di 25 metri e un'altezza di 59 metri. Questo luogo di culto è anche conosciuto come Santuario della Madonna dell'Umiltà, un importante centro di devozione mariana. La basilica fu eretta sul sito dell'antica chiesa di Santa Maria Forisportae, edificata fuori dalla Porta Vecchia. Qui, nel 1382, il vescovo B. Andrea Franchi commissionò un affresco della Madonna dell'Umiltà, probabilmente dipinto da Paolo Serafini, Giovanni di Bartolomeo Cristiani, Fra Paolo o Barnaba da Modena.
Secondo la leggenda, il 17 luglio 1490, l'immagine della Madonna si illuminò durante le lotte tra Panciatichi e Cancellieri, versando tre rivoli di liquido prodigioso. Questo miracolo, confermato dal vescovo Niccolò Pandolfini, spinse le famiglie pistoiesi a costruire il santuario rinascimentale. Il progetto di Giuliano da Sangallo, forse su commissione di Lorenzo il Magnifico, fu scelto per la costruzione. Tuttavia, dopo il 1494, con l'allontanamento di Sangallo, Ventura Vitoni prese la direzione dei lavori. La costruzione iniziò nel 1495 e si protrasse fino al 1563, quando Cosimo I affidò la costruzione della cupola a Giorgio Vasari. La lanterna fu completata nel 1568 e l'opera terminò nel 1579 con il trasporto dell'affresco trecentesco sopra il nuovo altare progettato da Pietro Tacca. Nel 1931, papa Pio XI elevò la chiesa al rango di basilica minore.

La Basilica della Madonna dell'Umiltà è un simbolo di Pistoia. Al suo interno, sei altari circondano il vano circolare della cupola e il presbiterio progettato da Jacopo Lafri. Il vestibolo, decorato con affreschi dal 1720, precede la struttura ottagonale corinzia. La cupola del Vasari sovrasta l'ottagono, decorato con tre ordini architettonici e un pavimento in marmi policromi. Sei altari laterali, incorniciati da archi a tutto sesto, ospitano tele di pittori fiorentini del XVI-XVIII secolo. La balaustra del 1597 racchiude un dossale marmoreo del 1612 di Pietro Tacca e Jacopo Lafri, con al centro l'immagine miracolosa.

Nell'abside si trova una tavola di Bernardino del Signoraccio, raffigurante la Madonna col Bambino e i santi Mercuriale e Benedetto (1493).