Fontebranda
Un monumento d'acqua nel cuore di Siena
Fontebranda è una delle fonti più famose, monumentali e ricche d'acqua della città di Siena. La sua struttura è composta da tre ampie arcate gotiche ogivali, sopra le quali sono stati aggiunti merli in epoca moderna. Il prospetto è ornato da quattro figure leonine e al centro si trova l'emblema civico di Siena, la "Balzarta", uno scudo diviso a metà orizzontalmente con la parte superiore bianca e quella inferiore nera. Originariamente, la struttura della fonte era tipica delle fonti medievali, con una vasca principale per l'acqua potabile, seguita da una seconda vasca utilizzata come abbeveratoio per gli animali (oggi non più presente) e una terza vasca utilizzata come lavatoio dei panni. La costruzione della prima arcata a copertura della vasca principale risale probabilmente al 1193, come indicato da una lapide posta all'interno, che riporta il nome dell'esecutore, Bellamino. Nel corso dei secoli successivi, la fonte fu ampliata con l'aggiunta di due ulteriori arcate a fianco della prima. Fontebranda è citata da importanti scrittori come Boccaccio, Fazio degli Uberti e Leandro Alberi, ed è menzionata anche da Dante (1) stesso. Le sue acque provenivano da un acquedotto sotterraneo noto come "bottini" (2) e alimentavano mulini, concerie e tintorie presenti nella zona di Fontebranda. Una delle tintorie apparteneva alla famiglia Benincasa, a cui apparteneva anche Santa Caterina da Siena.
(1) «Ma s’io vedessi qui l’anima trista / di Guido o d’Alessandro o di lor frate, / per Fonte Branda non darei la vista.» (Inferno XXX, vv. 76-78).
(2) Sono un antico acquedotto che si estende per oltre 25 chilometri nel sottosuolo di Siena. Questo acquedotto fu scavato a partire dalla fine del XII secolo e prende il nome proprio dalle gallerie con le volte a botte che costituiscono l'intero percorso. I Bottini rappresentano un sistema ingegnoso che permetteva di portare l'acqua alle fonti e alle varie zone della città di Siena, garantendo un'adeguata fornitura idrica per scopi domestici, agricoli e industriali.
I "Bottini" di Fontebranda alimentavano la città di Siena.
Il nome suggerisce un presunto convento di espiazione, con leggende di spiriti e incontri paranormali.
Fregio marmoreo con Vittoria dall'area di Sant'Agostino risalente all'età antonina (138-193 d.C.), simbolo di trionfo.
Jacopo della Quercia scolpì La Madonna con il Bambino, un capolavoro della scultura rinascimentale oggi custodito in un museo.