La Sinagoga di Siena, un gioiello nascosto nel cuore dell'antico Ghetto ebraico, è un luogo di grande importanza storica e culturale. Nonostante le restrizioni imposte dal Granduca di Toscana, Cosimo I de Medici, nel 1571, la comunità ebraica di Siena è riuscita a prosperare e a contribuire in modo significativo alla crescita della città.
La Sinagoga, inaugurata nel 1786 con una solenne cerimonia musicale, è un esempio raro di architettura tra Rococò e Neoclassicismo in Toscana. L'esterno semplice nasconde un interno riccamente decorato, tipico delle sinagoghe costruite nell'età dei ghetti, prima dell'Emancipazione degli ebrei italiani nel 1861.
All'interno, la sala rettangolare ospita i banchi ai lati e al centro il podio (tevà), arricchito da nove candelabri a nove braccia del XVIII secolo. Il soffitto è decorato con le tavole della Legge in stucco bianco e dipinto di azzurro.
Oggi la Sinagoga è ancora utilizzata per le funzioni religiose dalla comunità ebraica locale e ospita antichi rotoli della Torà, argenti e paramenti rituali di grande valore. L'antico matroneo (1) delle donne, disposto su due piani, si affaccia sulla sinagoga protetto da grate di legno traforate con motivi floreali. Nonostante non sia più adibito ad uso rituale, il matroneo arricchisce la Sinagoga con testi, immagini, libri di preghiera ed oggetti che ripercorrono gli aspetti più significativi della lunga presenza ebraica a Siena.
La Sinagoga di Siena è quindi non solo un luogo di culto, ma anche un testimone silenzioso della storia e della cultura della comunità ebraica senese.
(1) Il matroneo, o tribuna, è un balcone o loggiato situato all’interno di un edificio e originariamente destinato ad accogliere le donne (derivante appunto da “matrona”).
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