Chiostro Grande della Certosa di Firenze.
costruito tra il 1491 e il 1520
Questo è il cuore pulsante del Monastero, una parte che incanta chi la vede per la prima volta con la sua grandezza e bellezza. Secondo quanto raccontato da Vasari, ogni dettaglio di questa area mostra l'intelligenza, il buon gusto e la grandiosità dell'architetto, così come la visione luminosa del Fondatore. Qui, tutto è imponente, ricco ed elegante.
La Porta principale, con le sue proporzioni armoniose, è sormontata da una Pietà, un'opera del Bronzino, un talentuoso allievo del Pontormo. Questo monumento architettonico è ancora intatto nei suoi dettagli originali.
Il Cimitero, il primo luogo che si incontra, è chiuso da una bassa recinzione e ombreggiato da una Croce di ferro. Qui riposano i Religiosi defunti di questa Santa Casa. I Monaci sono sepolti a destra, mentre i Conversi a sinistra. Nel corso di 17 generazioni, circa 500 individui hanno abitato la Certosa.
Il Claustro è circondato da un Porticato sostenuto da 66 colonne di pietra snelle, ognuna con un capitello unico. Questa struttura forma un quadrilatero largo 80 metri e lungo 61 metri.
All'interno dell'ambulatorio, ci sono 18 celle che ospitano i Monaci e i Novizi. Queste celle contengono tutto ciò di cui un uomo che ha scelto la vita monastica ha bisogno: una sala con un caminetto, una camera con un letto di paglia e una coperta di lana, uno studio, un terrazzo, un piccolo giardino e una finestra dalla quale i Monaci ricevono ciò di cui necessitano.
Gli affreschi sopra le porte delle celle e i disegni grotteschi sulle arcate delle colonne sono opere di Piero di Matteo di Piero, realizzate nel 1521. Nonostante l'autore fosse di secondo piano, questi dipinti dimostrano una notevole maestria e uno stile di alta qualità dell'epoca.
In passato, nelle nicchie sopra i capitelli del portico, c'erano delle teste e figure in terracotta di Luca Della Robbia. Oggi, molte di queste opere si trovano ancora nell'Accademia delle Belle Arti e nel Museo delle statue.
Negli angoli del Chiostro, Giacomo Carrocci, noto come il Pontormo, ha dipinto degli affreschi raffiguranti alcuni Misteri della Passione del Redentore. Questi includono l'Orazione nell'Orto, il tradimento di Giuda, Gesù al Tribunale di Pilato, il viaggio al Calvario, la Veronica, la Vergine Addolorata che incontra il Figlio divino paziente, la Deposizione della Croce e la Resurrezione del Redentore. Sebbene oggi queste pitture siano sbiadite e parzialmente danneggiate, Vasari le ha descritte come opere di grande qualità.
Una delle celle, situata all'esterno e contrassegnata dallo stemma degli Acciajoli, era riservata al Fondatore per sé e per i suoi famigliari durante la sua vita. Questa è la cella visitata dai visitatori e, come testimoniano le iscrizioni, è stata anche visitata da Papa Pio VI, una memoria onorevole conservata con cura.
Come in tutti i chiostri degli Ordini Regolari, al centro della corte si trova un grande pozzo scavato nella pietra viva, un simbolo dell'acqua che, secondo le Scritture divine, conduce alla vita eterna, seguendo le antiche tradizioni e usanze.
Guida della Venerabile Certosa di San Lorenzo Levita e Martire presso Firenze, Polverini Editore, Firenze, 1861
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Il Cenacolo del Fuligno a Firenze ospita l'Ultima Cena di Perugino, un capolavoro del Quattrocento, originariamente nel refettorio delle terziarie.
Polemica sul perché ancora la facciata della chiesa non era stata fatta.
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