Tabernacolo con affresco raffigurante la Madonna col Bambino
San Giovanni Evangelista e il committente, opera della maniera di Taddeo Gaddi XIV Sec.
Bibliografia, I Tabernacoli di Firenze Ennio Guarnieri
Fra via della Scala, via del Porcellana e via del Garofano (oggi via Palazzuolo), c'era un edificio che confinava con l'Ospedale di San Paolo dei convalescenti. Fino ai primi del Cinquecento, questo spazio era occupato da un altro ospedale, noto come l'Ospedale di San Jacopo e Filippo, ma successivamente divenne famoso come Ospedale del Porcellana, a causa della gestione da parte del frate Guccio Aghinelli, soprannominato il "Porcellana".
La strada in quella zona era chiamata via del Porcellana, ma solo nel tratto compreso tra via della Scala e via Palazzuolo. Al di là di Borgognissanti, la strada prendeva il nome di via Nuova ed era stata aperta principalmente sui terreni appartenenti alla famiglia Vespucci.
L'Ospedale del Porcellana era stato costruito nel Duecento dalla famiglia Michi con l'obiettivo di accogliere i pellegrini, fornendo loro cibo per tre giorni consecutivi, abbigliamento e scarpe se ne avevano bisogno. Tuttavia, nel 1504, l'ospedale fu soppresso per mezzo di un decreto di Giulio II, e i suoi beni furono incorporati nell'adiacente Ospedale di San Paolo.
Nel 1587, su disposizione di Ferdinando II, i locali furono consegnati al sacerdote Vittorio dell'Ancisa, che li trasformò in un convento per le monache chiamate Stabilite, che seguivano la regola delle Terziarie Agostiniane. Tuttavia, nel 1808, con la soppressione napoleonica, le suore furono allontanate e gli edifici furono adibiti a residenze private.
Oggi, in quella zona, è presente un grande tabernacolo all'angolo che è un ricordo dell'antico Ospedale dei Michi. Le immagini sacre erano una fonte di conforto e speranza per i poveri, i bisognosi e gli ammalati. Si suppone che il tabernacolo sia stato voluto da fra Guccio Aghinelli, noto come il "Porcellana", poiché l'affresco, realizzato nello stile di Taddeo Gaddi, riflette le caratteristiche della scuola fiorentina del XIV secolo. La figura del committente, che si trova ai piedi del trono, inginocchiato con l'abito da frate, suggerisce questa ipotesi.
L'affresco raffigura la Madonna seduta su un trono cuspidato, con il Bambino sulle ginocchia, rivolto affettuosamente verso Sant'Antonio abate. Sul lato destro, in posizione simmetrica, c'è San Giovanni Evangelista, in piedi con un libro in mano. Il committente è raffigurato inginocchiato, con le mani giunte, in atto di adorazione. Nel corso degli anni, l'affresco è stato oggetto di restauri e interventi conservativi per preservarne l'integrità.
Qui sorgeva l'antico borgo del Romito, legato a un oratorio dedicato a Santa Lucia costruito sotto un arco dell'acquedotto romano.
La pieve di Chianni: un patrimonio storico da preservare
Nel cuore di Firenze, via del Porcellana ospitava l'Ospedale del Porcellana gestito dal frate Guccio Aghinelli. Poi divenne un convento per monache.
Un tempo era parte integrante della vita e delle tradizioni fiorentine, ora cancellato dalla nostra memoria. Sarebbe stato importante preservarla.