Baluardo della Serpe
Nel 1552, Cosimo I avviò la costruzione di bastioni lungo l’intera cinta muraria della città, posizionati strategicamente negli angoli e nei punti chiave. Il “Baluardo della Serpe”, così chiamato a causa del soprannome di un ufficiale noto per il suo carattere difficile, proteggeva la riva destra dell’Arno a ovest. Il Baluardo di San Gallo circondava l’omonima porta, mentre il Baluardo a’ Tre Canti si trovava all’angolo tra gli attuali Viale Gramsci e Mazzini. Purtroppo, non rimane traccia di questi bastioni, poiché sono stati completamente smantellati nel corso del XIX secolo.
La vecchia cerchia muraria del Trecento si rivelò insufficiente e fu quindi rafforzata con l’aggiunta di due fortezze (la Fortezza da Basso o di San Giovanni Battista e la Fortezza di Belvedere o di Santa Maria) e di alcuni baluardi (a nord il Baluardo di San Gallo, il Baluardo a’ Tre Canti e il Baluardo di Mongibello; a sud il Baluardo della Serpe).
Elisa Baciocchi, Granduchessa di Toscana e futura Regina d’Etruria, diede precise disposizioni riguardanti il parco. Volle eliminare il Baluardo della Serpe e aprire un largo viale che da Porta al Prato conducesse all’Arno, creando così un accesso al parco. Il progettista, probabilmente francese, propose una sistemazione che prevedeva la sostituzione delle mura cittadine con boulevard e l’installazione di un cancello delimitato da torrette neoclassiche che ospitavano il corpo di guardia all’ingresso della città. Tuttavia, il progetto “Nouvelles Portes et Boulevards de Florence” del 1809 fu realizzato solo in parte. Dalla “Pianta della Città di Firenze” disegnata da Rosaspina nel 1836, si può dedurre la situazione urbanistica delle Cascine risalente al periodo dell’amministrazione di Elisa Baciocchi.
Quando il passato prende forma. Le maestose sculture, anche se non originali, raccontano la grandezza di Firenze.
Il più antico teatro di Firenze, nato nel 1650, ha attraversato secoli di trasformazioni e restauri, riaprendo nel 2016.
Piazza del Tiratoio a Firenze, zona Oltrarno, prende il nome da un antico tiratoio della lana. Fu ricostruita nel 1874 dopo un incendio.
Le merlature guelfe, associate al papato, hanno sommità squadrata, mentre quelle ghibelline hanno sommità "a coda di rondine".